Certificazione Parità di Genere: quando nasce e perché?
La certificazione di parità di genere, istituita con il nuovo art. 46-bis, a partire dal 1° gennaio 2022 è 1 delle 3 importanti novità previste dalla Legge 5 novembre 2021, n. 162, entrata in vigore il 3 dicembre 2021 modificando il Codice Pari Opportunità (Dlgs 198/2006). Il processo di certificazione di parità di genere è diventato pienamente operativo con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 152/2022 che definisce i parametri per il conseguimento della certificazione della parità di genere confermando in sostanza quanto indicato dalla UNI/PdR 125:2022 “Linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere”.
Si gettano così le fondamenta per costruire un nuova dimensione nelle imprese che vorranno investire, su base volontaria, nella certificazione di parità di genere per :
◦ ridurre il gender gap
◦ incentivare attraverso azioni concrete la presenza femminile nel mercato del lavoro
◦ garantire parità nel trattamento salariale a parità di mansioni
◦ tutelare la genitorialità
◦ offrire opportunità di crescita alle donne e una maggiore presenza negli incarichi esecutivi, con potere di rappresentanza e di spesa.
I vantaggi per le aziende
Trattasi un processo di certificazione per le aziende virtuose che decidono di investire sulla propria cultura organizzativa uniformandola ai valori della parità, diversità e inclusione, attraverso un piano strategico studiato per eliminare quegli stereotipi che si verificano quando non sono state considerate in modo opportuno le differenze di genere; intraprendere questo percorso vuol dire sottoscrivere un impegno concreto, comunicandolo sia all’interno (verso i dipendenti) che all’esterno (verso gli stakeholder e l’opinione pubblica), e usufruire di incentivi fiscali, premialità nella partecipazione ai bandi pubblici e sgravi contributivi.
Infatti, per l’anno 2022, alle aziende private che siano in possesso della certificazione di Parità di Genere:
◦ è concesso, nel limite di 50 milioni di euro, un esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro; l’esonero è determinato in misura non superiore all’1% e nel limite massimo di 50.000 euro annui per ciascuna azienda, riparametrato e applicato su base mensile.
◦ è riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, di proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti.
◦ è previsto, poi, un punteggio aggiuntivo in graduatoria per appalti e gare pubbliche e, in riferimento a queste ultime, anche la riduzione del 30% della garanzia fideiussoria per la partecipazione.
Con il PNRR sono stati inoltre stanziati 10 milioni per la certificazione di parità di genere di cui 5,5 destinati a coprire i costi di certificazione delle imprese (12.500 al massimo per ciascuna).
Oltre a ciò, dall’essere in possesso della Certificazione di Parità di Genere consegue anche un miglioramento della capacità competitiva dell’azienda, poiché le società di maggior successo sono quelle che adottano modelli di lavoro più inclusivi, tema oggi quello dell’inclusione considerato tra i più cruciali.
Lo Staff Siqur Brixia rimane a disposizione per eventuali chiarimenti.